venerdì 29 maggio 2009

Dendrobium Berry Oda

Il Dendrobium Berry Oda è un ibrido di Dendrobium Kingianum e Dendrobium Mini Pearl, di facile coltivazione, molto robusto, resistente alle carenze d'acqua e generoso nelle fioriture.




Esposizione
Ama gli ambienti luminosi, anche la luce diretta quando i raggi del sole non sono intensi quindi in primavera-autunno ed inverno. In primavera-estate può essere collocato all'esterno dove ricevere luce nelle prime ore del mattino o tardo pomeriggio e luce schermata per le restanti ore della giornata.



Temperature
Essendo un ibrido di Dendrobium da serra fredda (Kingianum) e Dendrobium da serra calda (Mini Pearl) ne consegue che le temperature intermedie sono quelle più idonee, pertanto durante l'inverno la pianta avrà bisogno di essere spostata in un luogo fresco con temperature tra i 13 ed i 15 gradi a cui associare una buona illuminazione e scarse innaffiature. Durante l'autunno - inverno, quindi, collocate la pianta a temperature di 13-15°C ed iniziate a ridurre gradualmente le innaffiature fino a sospenderle durante l'inverno. Le basse temperature e la mancanza d'acqua stimoleranno il Dendrobium Berry Oda ad emettere steli fiorali anzichè Keiki. Se non si osserva questo periodo freddo e secco, ma si sottopone la pianta ad abbondanti innaffiature e a temperature superiori, la pianta potrebbe emettere keiki cioè delle nuove piante sugli pseudobulbi (canne).



Innaffiature
Come detto in precedenza in autunno-inverno le innaffiature andranno diradate e poi sospese nei mesi più freddi per poi riprenderle gradualmente quando i bottoni fiorali si saranno ben formati. Durante la primavera incrementate le innaffiature in concomitanza con la formazione di nuovi pseudobulbi alla base dei vecchi.


Concimazioni
Le concimazioni devono essere effettuate durante tutto il periodo vegetativo (primavera-estate) con un concime ad alto titolo di azoto, mentre a partire dalla tarda estate fino ad ottobre è bene effettuare concimazioni con un più alto titolo di fosforo e potassio. Non concimare in inverno.



Substrato
Deve essere abbastanza drenante, possibilmente bark di piccola pezzatura e materiale drenante tra cui polistirolo, agriperlite ecc.


Nuovi pseudobulbi


Moltiplicazione
L'orchidea può essere divisa quando gli pseudobulbi avranno occupato gran parte del vaso, in questa maniera sarà possibile dividere la pianta in porzioni costituite da tre-quattro pseudobulbi.


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mercoledì 27 maggio 2009

La luce e le Phalaenopsis..oltre il davanzale della finestra.


Le Phalaenopsis sono sempre più le regine delle orchidee ormai facili da trovare in commercio e a prezzi abbordabili. I loro fiori sono durevoli e variegati e la pianta si contraddistingue per una buona resistenza alle condizioni di coltivazione casalinghe non sempre ottimali.


Il posto ideale per una Phalaenopsis è il davanzale di una finestra possibilmente rivolto ad est o ovest in cui ricevere un buon quantitativo di luce durante tutto l'arco dell'anno, perchè come ben saprete, la luce è un elemento importantissimo che permette alla pianta di immagazzinare risorse energetiche utili all'emissione di un'abbondante fioritura.

Durante l'estate se si espone la pianta sul davanzale di una finestra rivolta a sud sarà bene schermare la luce solare con una leggera tenda perchè l'intensità dei raggi solari potrebbe essere eccessivamente intensa soprattutto durante i mesi più caldi, causando così vistose scottature fogliari. Fate molta attenzione all'intensità della luce perchè le ustioni fogliari si manifestano improvvisamente senza preavvisi.


L'esposizione ad ovest è l'ideale perchè vi permette di far godere allla pianta di un buon quantitativo di luce non diretta per buona parte della giornata e di qualche ora di luce diretta nelle ultime ore del giorno senza dover schermare.

Accanto alle Phalaenopsis potrete sistemare altre orchidee mantenendo una sorta di ordine di collocazione, così andrete a collocare proprio davanti ai vetri della finestra le orchidee che necessitano di luce molto intensa come a desempio le Cattleye o alcune specie di Dendrobium emolte altre ancora, mentre in "seconda fila" disporrete le Phalaenopsis.

Così facendo le Phalaenopsis godranno comunque di buona luce ma riceveranno un piccolo quantitativo d'ombra generato dal fogliame delle altre orchidee che potrebbe rivelarsi necessario nei periodi in cui il caldo sarà eccessivo e l'irradiazione solare molto intensa (luglio-agosto).


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lunedì 25 maggio 2009

Orchis italica

Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco orchis=testicolo, mentre il nome specifico deriva da italica=italiana proprio per la sua diffusione nel territorio italiano.
(Monti Ernici----Lazio----maggio 2009)



Nome italiano

Uomo nudo
Orchidea italiana.


Foglie
Le foglie sono raccolte in una rosetta basale di colore verde scuro con margine ondulato ed in alcuni casi le foglie si presentano anche maculate. le foglie cauline guainano il fusto.


Infiorescenza
E' corposa e densa costituita da fiori rosa o rossi , i sepali ed i tepali sono acuminati, costituiti da strisce color porpora e conniventi a formare il classico casco; il labello è trilobato e lo sperone rivolto verso il basso.



Periodo di fioritura
Da marzo a giugno.



Territorio di sviluppo
Nel centro Italia fino al sud con esclusione della Sardegna.



Habitat
Si trova nei querceti, scarpate, nei prati con terreno leggermente acido, in pieno sole o a mezz'ombra.


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Se il bark asciuga velocemente come bisogna regolare le innaffiature?


Quando rinvasiamo un'orchidea con bark solo bark appena acquistato dobbiamo tener presente che la sua capacità di trattenere acqua è molto esigua, pertanto le innaffiature potranno essere effettuate anche giornalmente proprio per sopperire a questo deficit.
Substrato composto da solo bark senza presenza di torba


C'è da fare una precisazione: l'ambiente di coltivazione influenza l'evaporazione dell'acqua e quindi le orchidee tenute all'esterno e quelle tenute all'interno delle abitazioni dovranno essere innaffiate in maniera differente poichè il bark asciugherà in tempi diversi.




Piante collocate all'esterno.
Come avrete notato, negli ultimi giorni le temperature sono salite notevolmente e l'afa si è fatta sentire mettendo alla prova anche le piante ed il loro apparato fogliare. Con temperature del genere un substrato composto da sola torba asciuga velocemente, figuriamoci un substrato di solo bark (quello da pacciamatura o specifico per orchidee) che, come detto in perecedenza, ha una ridotta capacità di ritenzione idrica quando lo si innaffia le prime volte.



Per ovviare a questa carenza può rivelarsi utile bagnare giornalmente l'orchidea tramite immersioni di qualche minuto ed applicare qualche ciuffetto di sfagno o semplice muschio sulle radici superficiali.
Per innaffiare tramite immersione il vaso deve essere forato lateralmente, in questa maniera l'acqua penetra agevolmente nel vaso senza far fuoriuscire i pezzetti di bark.


Piante collocate all'interno.
Anche le orchidee in casa risentono del caldo, ma c'è da dire che il livello di evaporazione dell'acqua è ridotto rispetto alle piante poste all'esterno per cui non vi consiglio di immergerle giornalmente in acqua come per quelle tenute all'esterno, ma di spruzzare quotidianamente acqua sul bark facendola penetrare nel vaso e di immergere quest'ultimo in acqua solo 1-2 volte a settimana, aumentando o riducendo questa pratica secondo necessità e quindi in base all'intensità delle temperature.



Fate comunque sempre attenzione agli eccessi d'acqua soprattutto per le orchidee tenute in casa perchè il bark può ingannare: a volte il bark può apparire asciutto, ma in realtà nel vaso è presente acqua e quindi umidità. Provate a mettere il vaso esposto alla luce diretta e la presenza di acqua sarà svelata grazie all'umidità che andrà a depositarsi sulle pareti del vaso. Se s'innaffiasse per immersione giornalmente si potrebbero causare gravi danni alle radici soprattutto quando le temperature non sono elevate.
Stato del bark prima di essere esposto alla luce diretta


Stato del bark dopo l'esposizione alla luce solare diretta



Ultima raccomandazione che vale per entrambi i casi, quindi sia per le orchidee tenute all'esterno che per quelle tenute all'interno: man mano che s'innaffia tramite immersione o con semplici innaffiature dall'alto, il bark acquisterà una maggiore capacità di ritenzione idrica e quindi risulterà umido più a lungo. Da ciò ne consegue che le immersioni o le innaffiature andranno calibrate ai tempi di asciugatura del substrato che con il tempo tenderanno ad aumentare mantenendo le radici umide più a lungo; non sottovalutate le temperature poichè qualche grado in meno rallenta i tempi di asciugatura.


Buona coltivazione.


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sabato 23 maggio 2009

Orchis purpurea: "Lady orchid".

Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco orchis=testicolo, mentre il nome specifico deriva dal latino purpureus= rosso in riferimento al colore del casco.

(Monti Ernici --Lazio-- maggio 2009)

Nome italiano
Orchidea maggiore
Orchidea purpurea


Foglie
Le basali sono disposte a rosetta, sono lucide ed ovali-lanceolate.


Infiorescenza
E' molto voluminosa ed abbondante lunga daai 5 ai 15 cm., il colore dei tepali e dei petali è bruno violaceo; le punteggiature color porpora che caratterizzano il labello bianco o rosato sono in realtà dei piccoli ciuffi di pelo.
Il fiore è caratteristico per la sua forma che riproduce le sembianze di un' antica donna di campagna, tant'è vero che dagli inglesi è stata soprannominata Lady orchid-Signora orchidea.. Lo sperone è arcuato in basso.



Periodo di fioritura
Da marzo a maggio.


Territorio di sviluppo
E' rara in Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre è presente su tutto il territorio italiano non oltre i 1300 metri.

Habitat
Si trova nei querceti, scarpate, nei prati con terreno leggermente acido, in pieno sole o a mezz'ombra.

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martedì 19 maggio 2009

Come innaffiare una Phalaenopsis??


La prima orchidea di un neofita è quasi sempre una Phalaenopsis ed inevitabilmente la prima domanda che ci si pone è: come e quando innaffiarla?


Innaffiare una Phalaenopsis è una delle domande più frequenti che i neofiti si pongono poichè c''è sempre il timore d'innaffiare nella maniera sbagliata, di fornire troppa o poca acqua, ma in realtà la questione non è poi così spinosa come sembra.



Per innaffiare nella giusta maniera bisogna prendere in considerazione alcuni elementi:

1) tipo di substrato ;

2) la stagione;

3) tasso di umidità ambientale.


Vediamo più da vicino questi 3 fattori:

1) se nel vaso è presente bark (corteccia) miscelato con torba, le innaffiature dovranno essere molto moderate ed effettuate a distanza di tempo perchè la torba tenderà a trattenere un eccessivo quantitativo di acqua che potrà far marcire le radici. In presenza di torba, quindi, usate davvero poca acqua, se possibile innaffiate con uno spruzzino vaporizzando il substrato superficiale, in questa maniera il substrato non s'inzuppera ma si inumidirà al punto giusto ed in maniera leggera.

Vaso contenente torba e bark= inadeguato


Innaffiate solo quando le radici assumono una colorazione argentea e quando la torba presente nel vaso è quasi asciutta. Ulteriore consiglio: cambiate il prima possibile il substrato contenente torba con un substrato di solo bark, così facendo avrete meno possibilità d'innescare marciumi radicali.


1.1) se nel vaso è presente solo bark allora la questione innaffiature sarà molto più semplice: innaffiate quando le radici assumono una colorazione argentea e vaporizzate giornalmente il bark superficiale principalmente in primavera-estate mentre in autunno inverno vaporizzate il bark superficiale di tanto in tanto (ogni 3-4 giorni).

Vaso contenente solo bark=adeguato



2) Anche la stagione incide sulle innaffiature e naturalmente occorre diradare le innaffiature e usare piccoli quantitativi di acqua durante l'autunno-inverno;

2.2) in primavera/estate sia il quantitativo che la frequenza delle innaffiature vanno incrementati.

3) Se durante l'autunno inverno le temperature negli ambienti casalinghi non sono particolarmente elevate e si aggirano intorno ai 18-20°C il tasso di umidità ambientale potrebbe essere abbastanza significativo e agevolare l'insorgere di marciumi soprattutto in seguito a vaporizzazioni eccessive delle foglie.

Per questo motivo fate attenzione alle nebulizzazioni nei periodi freddi e qualora sia necessario vaporizzare fatelo al mattino o nel primo pomeriggio in maniera tale da permettere alle foglie di asciugare bene prima di sera.

Fate altresì molta attenzione ai tempi di asciugatura in quanto nonostante l'accensione dei caloriferi i tempi di asciugatura di substrato e radici sono abbastanza rallentati per cui i marciumi possono manifestarsi con molta facilità.

La maggior parte degli ibridi di Phalaenopsis che troviamo sugli scaffali dei negozi, delle grandi catene di distribuzione tra i quali Ikea, centri commerciali vari ecc. sono vendute in vasi con substrati non adeguati per la salute delle Phalaenopsis e delle orchidee in generale. La maggior parte di queste orchidee sono invasate in vasi conteneti piccoli pezzi di corteccia (di scarsa qualità) ed un certo quantitativo di torba. Quest'ultima come ho già detto è purtroppo la principale causa di marciumi radicali dovuti ad eccessi d'acqua è quindi buona norma savsare la pianta il prima possibile e rinvasare con solo bark.

Argomenti correlati:

Come curare una Phalaenopsis?
Scheda Phalaenopsis

Bark e tempi di asciugatura

Forum Orchidofilia


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domenica 17 maggio 2009

Ophrys fusca

Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco ophrys=sopracciglio, mentre il nome specifico deriva dal latino fuscus = fosco-scuro.



(Monti Ernici----Lazio---maggio 2009)

Nome italiano
Moscaria

Ofride scura.

Descrizione
La pianta è alta dai 10 ai 40 cm. con fusto eretto e abbastanza robusto.



Foglie
Le basali sono disposte a rosetta, sono oblunghe e abbastanza corte; le foglie caulinari sono acute e avvolgenti.


Infiorescenza
L' infiorescenza porta dai 2 ai 7 fiori, i sepali sono di colore verde o verde giallastro, quelli laterali hanno l'apice ottuso, quello centrale ha l'apice arrotondato e piegato verso il gimnostemio; i petali sono più piccoli dei sepali con apice tronco; il labello è trilobato e allungato con disegno composto da due macchie ovali dal colore variabile che va dal bluastro al grigiastro.



Periodo fioritura
Va da Febbraio a maggio.




Territorio di sviluppo
Cresce su tutto il territorio italinao tranne che nella Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

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Ophrys sphegodes


Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco ophrys=sopracciglio, mentre il nome specifico deriva dal greco spekòs=vespa.
(Monti Ernici---Lazio---maggio 2009)


Nome italiano
Orchidea verde-bruna
Calabrone
Fior di ragno


Descrizione
La pianta è alta dai 25 ai 40 cm. con fusto eretto e abbastanza robusto.


Foglie
Sono ovato-lanceolate confluenti in una rosetta basale con le cauline che guainano il fusto.


Infiorescenza
L' infiorescenza porta dai 2 ai 7 fiori, i sepali sono di colore verde o verde giallastro raramente rosati, con neravtura centrale di colore verde. I petali sono variabili nella forma con margine ondulato di colore giallo-verdastro o brunatsro; il labello è intero, ovale, convesso lateralmente, vellutato, in alcuni casi con margine giallo; è presente un disegno piccolo a forma di H.


Periodo fioritura
Febbraio - maggio


Territorio di sviluppo
Cresce su tutto il territorio italinao tranne che nella Valle d'Aosta.

Habitat
Praterie, garighe, cespuglieti e pascoli calcarei.

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lunedì 11 maggio 2009

Ophrys benacensis

Etimologia
il nome del genere deriva dal greco ophrys=sopracciglio, mentre il nome specifico deriva da Benacus antico nome con cui veniva chiamato il Lago di Garda.
(Monti Ernici---Lazio---maggio 2009)





Nome italiano
La Ofride del Benaco


Descrizione
La pianta è alta dai 15 ai 40 cm. con fusto eretto e abbastanza robusto


Foglie
Le foglie sono oblunghe lanceolate racchiuse un una rosetta basale.


Infiorescenze
Le infiorescenze portano dai 2 ai 7 fiori, i sepali sono ovato lanceolati di colore rosa raramente biancastri, con neravtura centrale di colore verde. I petali sono di colore rosa-violaceo con tonalità più intense e scure; il labello è convesso lateralmente, intero o trilobato, ricoperto da una peluria nera lucida tranne che sulla macula lucida, scutiforme, indentata o ocellata.


Periodo di fioritura
Da marzo a giugno


Territorio di sviluppo
Emilia Romagna, Italia centrale, meridionale e Sicilia.




Habitat
Praterie, garighe, cespuglieti e pascoli calcarei.
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Orchis pauciflora, l'orchidea gialla.

Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco orchis=testicolo per la forma dei tuberi simili agli organi seminali maschili, mentre il nome specifico deriva dal latino paucis=poco e flos=fiore in riferimento alla ridotta quantità dell'infiorescenza.


(Monti Ernici---- Lazio----maggio 2009)




Nome italiano
Orchidea gialla
Orchidea calabrese
Orchidea mediterranea
Orchidea dai pochi fiori




Descrizione
La pianta è alta circa 30 cm con fusto eretto e corposo.


Foglie
Le foglie sono lanceolate o lineari lanceolate dal colore verde uniforme raccolte in una rosetta basale.


Infiorescenza
Risulta corta e più o meno corposa; i petali sono conniventi mentre il labello trilobato assume una colorazione gialla intensa con piccole pigmentazioni più scure di colore bruno.


Periodo di fioritura
Da marzo a giugno.


Territorio di sviluppo
E' presente al nord in Friuli Venezia Giulia, al centro sud mentre risulta assente in Sicilia e Sardegna.





Habitat
Si sviluppa nei pascoli, garighe, cespuglieti, boschi radi.
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giovedì 7 maggio 2009

Orchis papilionacea L.

Etimologia

Il nome del genere deriva dal greco orchis=testicolo per la forma dei suoi tuberi simili agli organi seminali maschili, mentre il nome specifico papilio=farfalla è riconducibile alla forma del labello simile ad una farfalla.


(Monti Ernici---Lazio---maggio 2009)

Nome italiano

Cipressino, Orchidea farfalla.


Descrizione

L'orchidea è alta dai 15 ai 50 cm è costitutita da un fusto abbastanza robusto e rigido.


Foglie
Le foglie basali sono semierette o distese, lineari-lanceolate.




Infiorescenza
L'infioresenza è densa ed allungata, le brattee membranacee sono tendenti al porpora mentre i sepali sono ovato-lanceolati ed i petali oblunghi e più corti dei sepali.

Il labello è rosa con sfumature più chiare al centro ed alla base; lo sperone è conico, orizzontale o leggeremente piegato verso il basso.





Periodo di fioritura
Da marzo a giugno.


Territorio di sviluppo
In tutte le regioni tranne che il Trentino Alto Adige.


Habitat
Si sviluppa nei pascoli, garighe, suoli calcarei o leggermente acidi.



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martedì 5 maggio 2009

Orchis morio

Etimologia
Il nome orchis deriva dal greco orchis=testicolo per via della forma dei rizotuberi la quale ricorda gli organi seminali maschili, mentre il nome specifico morio=buffone sarebbe riconducibile alle striature del casco che ricordano il berretto di un giullare o al nome dell'elmo (morion) dei soldati spagnoli del XVI secolo.
(Monti Ernici---Lazio---maggio2009)



Descrizione
L'orchidea è alta da 10 a 40 cm con fusto verde e tendente al rosso nella parte terminale.

Foglie
Le foglie inferiori sono allungate mentre quelle caulinari sono erette e guainanti.



Infiorescenza
Risulta corposa ed allungata mentre le brattee sono lanceolate e tendenti al violaceo.
I fiori si contraddistinguono per la variabilità del colore che va dal violaceo, al lilla fino al bianco.
I petali ed i sepali sono conniventi, tali da formare un casco; il labello risulta largo e i lobi laterali sono ampi con margini ondulati o increspati.
La base e il centro del labello sono chiari, tendenti al bianco e picchiettati di viola.



Habitat
Si sviluppa nei pascoli, garighe, suoli calcarei o leggermente acidi.


Periodo di fioritura
Da marzo a giugno.


Territorio di sviluppo
In tutte le regioni tranne che la Sardegna dove non risulta segnalata.

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