sabato 26 luglio 2008

Phalaenopsis orchidea

Le Phalaenopsis sono costituite da lunghe ed ampie foglie che s’incurvano. Il loro colore varia dal verde intenso al grigioverde, lucide o coriacee a volte pigmentate di porpora nella pagina inferiore della foglia.


Possono essere lunghe da 10 a 40 cm mentre in altezza crescono molto lentamente formando nel corso dell’anno da una a due foglie. Le Phalaenopsis adulte sono costituite da circa 5 – 6 foglie , hanno radici molto robuste le quali si sviluppano dal fusto per poi allungarsi verso il basso.



Esigenze colturali

Acqua.
Le Phalaenopsis devono essere innaffiate quando le radici assumono una colorazione argentea, mentre quando le radici sono di colore verde non occorrerà apportare acqua poichè un eccesso d'acqua potrebbe comportare l'insorgere di marciumi difficili da debellare.


Durante la stagione autunnale ed invernale le innaffiature dovranno essere ridotte poichè le temperature più basse e il ridotto apporto di luce causato dal minor quantitativo di luce solare giornaliera, determina un leggero riposo vegetativo durante il quale la pianta assume meno acqua e nutrimenti.

Da ciò ne consegue che apportare acqua durante la fase di riposo "parziale" determinerebbe un eccesso della stessa all'interno del substrato, dunque ristagno idrico e di conseguenza marciume radicale.

Bisognerà quindi innaffiare con un minor quantitativo d'acqua rispetto all'estate e solo quando le radici assumono una colorazione argentea.

Umidità
Può essere favorita ponendo il vaso contenente l'orchidea su un sottovaso con argilla espansa ed acqua. L'acqua non dovrà entrare a contatto con il fondo del vaso, ma quest'ultimo dovrrà essere a contatto solo con l'argilla.

L'umidità può essere favorita anche mediante vaporizzazioni fogliari, ma occorre far sì che le ascelle fogliari e le foglie asciughino prima di notte. Un eccesso di umidità può dar luogo a varie problematiche.

Fertilizanti

In base al periodo si adottano diversi tipi di concimi con diversi titoli di Azoto Fosforo e Potassio.

Per ulteriori informazioni leggi nel dettaglio "CONCIME".

Luce
Amano molto la luce, ma questa deve essere soffusa o schermata da una tenda al fine di non determinare scottature fogliari. Durante i mesi autunnali ed invernali può essere esposta anche alla luce diretta del sole se quest'ultima non risulta intensa.

Ventilazione
Le circolazioni d’aria dovrebbero essere umide e non secche in maniera tale da rendere le piante rigogliose e al fine di scongiurare la formazione del fungo Botrytis che si sviluppa a basse temperature in un ambiente dove l’aria è stagnante.


Necessitano di vasi di piccole dimensioni grandi quanto basta per contenerle. Non amano essere rinvasate di frequente, il momento giusto per rinvasare si evidenzia quando il substrato non è più in buone condizioni, ad esempio se il bark trattiene troppa acqua restando zuppo o se il bark è troppo sminuzzato, deteriorato, di colore scuro o quando le radici sono talmente tante da fuoriuscire dal vaso di coltivazione.

Rinvaso
In generale si rinvasa ogni 2-3 anni in primavera (quando le radici sono in via di sviluppo), ma se ci sono casi di necessità occorre comunque rinvasare indipendentemente dal periodo, altrimenti si rischia di perdere la pianta.

Al momento del rinvaso togliete la pianta dal vecchio vaso ripulendola dal substrato che resta attaccato alle radici. Se la radici sono troppo lunghe vanno accorciate: le radici tagliate svilupperanno ramificazioni laterali e la pianta potrà ancorasi saldamente nella nuova dimora in minor tempo..Sistemate la pianta al centro del vaso ed utilizzate bark in pezzi piuttosto grossi che copriranno la parte basale della pianta di circa 3 centimetri.

Dopo il rinvaso occorre non innaffiare per circa una decina di giorni e limitarsi a vaporizzare le foglie in maniera leggera facendo sì che le foglie asciughino prima di sera.

Se dopo il rinvaso le foglie tendono ad afflosciarsi (cosa normalissima dopo un rinvaso) sarà importante ridurre la luce per tutto il periodo necessario per la formazione di nuove radici.

Parassiti
Tra i principali parassiti c’è il falso ragnetto rosso tra cui si annovera la specie Tenuipapulus pacificus.


Il falso ragnetto rosso provoca molti danni alle orchidee, in particolare alle foglie, si manifesta inizialmente con macchie giallastre di forma irregolare che diventano in un secondo momento incavate e si necrotizzano assumendo una colorazione bianca, grigia o marrone e determinano la perdita delle foglie.

Generalmente i parassiti sono invisibili ad occhio nudo e possono essere visti soltanto con una lente a dieci ingrandimenti o con microscopio binoculare.

Quando notiamo delle macchie sulle foglie o una sola macchia possiamo star certi che all’interno di essa/e si annidano molti parassiti i quali si annidano anche lungo le nervature delle foglie o all’interno dell’ascella fogliare.

Altro parassita è la cocciniglia cotonosa, in questo caso come nell’altro potete utilizzare un insetticida sistemico tipo confidor.

Anche le lumache e limacce possono arrecare danni nutrendosi delle foglie.


Consulta la sezione parassiti per ulteriori informazioni

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Lo sbalzo termico necessario per la fioritura

Le orchidee in generale, soprattutto le Phalaenopsis, se coltivate in maniera ottimale possono fiorire spesso e per periodi prolungati. Per indurre un’orchidea alla fioritura non è necessario solo ed esclusivamente lo sbalzo termico, in quanto altri fattori quali la luce, la temperatura, le innaffiature, l' umidità e le fertilizzazioni concorrono alla formazione degli steli.

(Foto 1: stelo alla base delle ascelle fogliari)


La luce è molto importante ai fini della fioritura per cui durante tutto l'anno dovrete fornire un buon quantitativo di luce (non diretta nei periodi più caldi).

In inverno le orchidee possono essere posizionate in pieno sole durante tutto l'arco della giornata poichè la luce solare non è talmente intensa da bruciare le foglie.

Le temperature sono molto importanti non solo per favorire la fioritura, ma anche per permettere alla pianta di crescere in maniera sana.

Le temperature notturne dovranno aggirarsi intorno ai 13°C fino alla comparsa degli steli, da questo momento in poi occorrerà riportare l'orchidea alle normali temperature.

(Foto 2: gemma dormiente all'interno del nodo in fase di sviluppo. Quella che si sta sviluppando è una nuova diramazione dello stelo)Quando si sottopone un’orchidea a sbalzo termico il quantitativo di tempo utile per indurrla ad emettere steli o a formare nuovi rametti laterali varia da orchidea ad orchidea. In genere l'arco di tempo varia da 4 settimane ad oltre un mese.


Ogni orchidea ha i suoi tempi, le sue esigenze, il suo “stile”.

Per quanto riguarda le concimazioni un concime con alto titolo di fosforo e potassio è l'ideale per indurre la pianta ad emettere infiorescenze. Un buon concime ha come titoli: NPK 10 30 20 oppure 10 20 30 quindi un concime con un basso titolo di Azoto e un alto titolo di Fosforo e Potassio.

Reperire concimi con diverse formulazioni è a volte difficile, in commercio si trovano più facilmente concimi bilanciati tipo il 20 20 20, che possono essere comunque utilizzati senza particolari problemi.

Una volta terminata la fioritura il taglio dello stelo può essere effettuato sotto l'ultimo nodo vuoto da cui si è sviluppato il primo fiore. I nodi vuoti non produrranno nulla, solo quelli al cui interno conterranno le gemme (vedi foto 2) potranno produrre nuove infiorescenze entro 2-3 mesi, poichè il loro ciclo produttivo non è annuale (le infiorescenze possono essere prodotte in ogni epoca dell'anno). Se avete dubbi sul taglio lasciate fare a madre natura e non tagliate nulla.
In alternativa gli steli possono essere tagliati alla base, in tal modo la pianta produrrà un nuovo stelo che si svilupperà alla base delle ascelle fogliari (vedi foto 1). Le fioriture prodotte dai nuovi steli saranno molto più copiose rispetto a quelle sviluppatesi dai vecchi steli.


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