mercoledì 23 dicembre 2009

Cestelli per orchidee

Cari lettori del Blog Orchidofilia, il fascino dell'orchidea su zattera è indiscutibile, ma vogliamo parlare anche del fascino dei cestelli?
Leggete questo post tratto dal forum, potrebbe risultarvi utile qualora vogliate cimentarvi nella loro costruzione.

Post: Cestelli fai da me....e da voi?

Danilo scrive:

"Come promesso torno sull'argomento con alcuni dettagli per la realizzazione dei cestelli, preciso, smentendo quanto affermato precedentemente, che se si punta ad una risultato di qualita' e' necessario un aiutante, che nel mio caso e' stato il mio ....attenne babbo, che mi ha vietato di rivelare la sua eta'. Ammetto che senza di lui in alcune fasi non sarei riuscito ad essere preciso o non sarei stato in grado di realizzarle.
Infatti la scelta di usare abbinati colla (bostik) e chiodi per una migliore qualita' e durata ha comportato un aggravio di difficolta', con tempi di realizzazione fino a 45 min, specialmente per il piu' piccolo
Mio padre si e' talmente appassionato che mi ha proposto di mettere su ditta
Ho usato listelli da 2m per diversi spessori da 0.5 x 0,5cm fino a 1 x 2cm
Importante usare chiodi a spillo, se no gli altri spaccano il legno piu' fino.
Ho abbandonato l'abete perche' troppo morbido optando per una essenza asiatica molto dura, una fatica per inchiodarlo!
Si puo' usare solo la colla e questo, se non si ha un laboratorio attrezzato, limita l'aiuto alla sola fase di taglio, facilitando l'assemblaggio dei pezzi, pero' penso che l'uso abbinato con i chiodi dia piu' garanzie di durata
Foto e fasi di lavorazione:
....se upmyphoto me le fa scaricare
Intanto beccatevi l'introduzione, il resto spero di aggiungerlo presto, a dopo
"


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giovedì 17 dicembre 2009

Vanda:marciume del fusto

Tratto dal Forum Orchidofilia

Post: Vanda aiuto super urgente!!

Acquarietta scrive:

" Salve a tutti!! è un po che non scrivo perchè ultimamente ho pochissimo tempo, ma vi seguo sempre lo stesso!!! gioie e dolori nel frattempo (le gioie le potete vedere nelle mie fioriture, i dolori,cioè questa vanda, purtroppo sono di una mia amica!!). Mi serve un aiuto prima che tiri le quoia, anche se mi sembra che sia già a buon punto! la mia amica me l'ha affidata (un po tardi, ne ha pochissime foglie)dicendomi che continuava a perdere le foglie, si ingiallivano all'attaccatura appena appena e il resto rimaneva verde e cadevano. Le sue radici a me sembrano tutte morte. Anche se sono in acqua tendono più al marrone che al verde, come potete vedere da foto. Lei la teneva in bagno, sui 17 gradi perchè è via tutto il giorno e attacca il riscaldamento solo la sera. La spruzzava una o due volte la settimana ed ecco il risultato. Anche da me, sebbene sia con le altra mie Vanda che stanno bene, continua a perdere foglie alla velocità della luce.. non so più che fare. La tengo a circa 25 gradi e la spruzzo 2 volte al gg come le altre.. HELP!!! "


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Ciao Acquarietta,
i sintomi non sono dovuti ad una mancanza d'acqua, ma ad un eccesso (anche se minimo) associato a temperature basse.
17°C non sono molti e basta un ristagno o qualche vaporizzazione di troppo per innescare lo sviluppo del marciume.
Le foglie come vedi si staccano rapidamente e purtroppo se il fenomeno non s'arresta non ci sarà molto da fare.
Toglila dall'acqua poichè non fai altro che alimentare la patologia.
Se hai del previcur somministralo vaporizzandolo sul fusto rivolto con l'apice verso il basso ed immergi le radici nell'acqua con la soluzione fungicida.
Tieni la pianta al caldo.
altro non puoi fare.

Credo purtroppo che la pianta perderà tutte le foglie, ma finchè il fusto non sarà totalmente rinsecchito potresti sperare in un keiki.

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giovedì 10 dicembre 2009

Un "porta-zatterine" artigianale

Le zattere sono incantevoli, ma spesso trovargli una sistemazione adeguata e poco ingombrante non risulta semplice. Qui di seguito riporto un post tratto dal Forum Orchidofilia e riguardante la costruzione di una sorta di totem il cui scopo è quello di fungere da "porta - zattere." L'idea è molto semplice da realizzare ed utile come salvaspazio.
Tratto dal Forum Orchidofilia

Ellis scrive

Già da un pò ne parlavo con Maya.... come sistemare le zatterine?
Dopo attente valutazioni e ricerche in internet, avevamo convenuto che la cosa migliore fosse ancorarle ad un contenitore di rete, ripieno di bark e sfagno.

Oggi ho deciso di procedere alla costruzione del porta-zatterine, perchè ho visto che le mie piccoline, nonostante le vaporizzazioni mattutine, iniziavano a mostrare segni di sofferenza.

Meno male che c'erano i miei aiutanti a dare una mano....

Ho ritagliato una rete a quadretti da 1 cm ed ho assemplato i lati con filo di ferro, a formare un parallelepipedo.
Il portazatterine l'ho riempito alternando bark, sfagno ed un pò di matassa di fibra di cocco.

Dopo averlo ben bagnato, ho sistemato le piccine.
Vi aggiornerò sull'esito futuro. Speriamo funzioni !!

Leggi tutto il post....




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mercoledì 2 dicembre 2009

Cosa fare dopo che una Phalaenopsis ha emesso lo stelo

Tratto dal Forum Orchidofilia

Post: Il mio primo stelo

Matmuz scrive

"con enorme gioia la scorsa settimana ho notato che dal colletto di un phal spuntava qualcosa che non era la solita radice...dovrebbe essere uno stelo giusto?
il problema è che la pianta non ha subito un grande sbalzo termico, nel senso che l'ho sempre tenuta in casa e le temperature si abbassavano solo di notte, attorno circa ai 16-17 °C.. di solito quando la pianta emette lo stelo bisogna riportarla a temperature normali, ma dato che io l'ho sempre lasciata in casa cosa devo fare? devo aumentare la temperatura in qualche modo?
"

Ciao matmuz è un bellissimo stelo nato in corrispondenza di una radice. Anche senza un marcato sbalzo termico le orchidee possono emettere steli poichè i fattori che entrano in gioco nell'affascinante meccansimo della fioritura sono molti. Non devi far nulla di particolare tranne che coltivare la pianta senza scendere al di sotto delle temperature notturne da te indicate. Lo stelo crescerà senza problemi e con l'emissione dei boccioli dovrai far attenzione alla qualità dell'ambiente poichè un ambiente con aria secca può pregiuducare l'apertura dei boccioli. Stesso discorso per l'umidità, se troppo elevata i boccioli possono ingiallire e cadere.


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martedì 1 dicembre 2009

Come innaffiare una zattera

Tratto dal Forum Orchidofilia
Feline scrive
ciao Aurora, domenica scorsa, ispirate dal tuo post, io ed Alessandra abbiamo tentato di realizzare una zattera. abbiamo usato cortecia di sughero, inserendo sfagno e fibra di cocco nella parte concava . abbiamo legato con filo da pesca posizionato il dendrobium phal , aggiunto altra fibra sopra la pianta legato e fissato il tutto con nylon di buona qualita' (calze di marca ovviamente ). poi abbiamo bagnato. ed ora dopo lo sproloquio, la domanda: come faccio a sapere lo stato d'umidita' sotto la fibra di cocco? quanto spesso va bagnata la zattera? ho letto sui vari topic ma non ho trovato la risposta, se c'e' una risposta a questa banale domanda . grazie in anticipo per le eventuali info -->
Ciao feline, hai seguito gli accorgimenti presenti nell'articolo del Blog e precisamente quelli ralativi al posizionamento dello sfagno?
M'interessa sapere come hai posizionato lo sfagno e quali sono le quantità di quest'ultimo, poichè il quantitativo dello sfagno influisce sull'umidità radicale spesso in maniera negativa.Feline scrivecome faccio a sapere lo stato d'umidita' sotto la fibra di cocco?Come ti hanno già riferito ellis e Margherita lo stato dell'umidità radicale può essere testata con le dita oppure essere percepita anche attraverso l'uso della sola vista soprattutto se alcune radici restano scoperte.
L'asciugatura dello sfagno è regolata non solo dalle temperature, ma anche dal quantitativo di sfagno e dal quantitativo di fibra.Quest'ultima ha un ruolo non indifferente nella regolazione dell'asciugatura, infatti qualora si adoperasse un elevato quantitativo di fibra, lo sfagno potrebbe restare a lungo bagnato causando marciumi radicali non solo in questo periodo dell'anno (quindi autunno/inevrno), ma anche nella stagione estiva.
Feline scrive
quanto spesso va bagnata la zattera?
Tieni conto che nel mio caso verso un pò d'acqua (generalmente cin lo spruzzino) sulle radici ogni due tre giorni in autunno- inverno e quasi tutti i giorni in estate.
Per prima cosa occorre testare i tempi di asciugatura, in secondo luogo devi tener conto delle temperature (se basse è meglio non innaffiare o solo spruzzare), del tasso di umidità ambientale, ma anche della qualità delle ore di luce ( nelle giornate nuvolose e non troppo calde è bene non innaffiare ma solo vaporizzare o innaffiare con quantitativi minimi) per non parlare poi del genere di orchidea utilizzato.
Nel tuo caso trattandosi di un Dendrobium Phalaenopsis che non necessita di uno stop delle innaffiature, ma di condizioni di coltivazione analoghe a quelle delle Phalaenopsis, puoi procedere in questa maniera:le innaffiature nel periodo autunno/inverno non devono essere generose ma sufficienti e soprattutto non giornaliere; nel caso la pianta dovesse aver bisogno di un quantitativo maggiore d'acqua tale necessità verrà manifestata attraverso un leggero appassimento delle foglie il cui turgore verrà poi ripristinato con le successive innaffiature;le innaffiature nel periodo primavera/estate dovranno essere maggiori, ma non eccessive: se le temperature sono alte e lo sfagno asciuga dopo poche ore le innaffiature dovranno essere giornaliere ed effettuate anche tramite immersione della zattera nell'acqua, se invece lo sfagno tende a non asciugare durante l'arco della giornata ciò vorrà dire che non sussite l'esigenza d'innaffiare poichè le radici "abitano" un ambiente già umido.
Feline scrive:
ho letto sui vari topic ma non ho trovato la risposta, se c'e' una risposta a questa banale domanda.
Convieni con me riguardo alla non banalità di questa domanda? Anzi aggiungerei che la risposta non è esaustiva poichè possono entrare in gioco altri fattori ad influenzare il regime idrico, pertanto ulteriori domande andranno ad integrare il tutto.

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lunedì 30 novembre 2009

Presenza di muffa e/o alghe nei vasi di coltivazione

Considerando che questo spazio è un punto di raccolta delle varie domande e risposte sulle problematiche derivanti dalla coltivazione casalinga, ritengo giusto arricchirlo con piccoli passaggi raccolti nella varie sezioni del forum.
Partiamo dunque con una piccola spiegazione inerente il problema della muffa e principalmente delle alghe all'interno dei vasi adagiati sui sottovasi contenenti argilla espansa e acqua.
Tratto dal Forum Orchidofilia
"Quando si utilizza l'argilla espansa e l'acqua nel sottovaso bisogna moderare ancor più le innaffiature soprattutto se si adotta un substrato tendente alla ritenzione idrica tipo bark qualitativamente scadente, presenza di torba o sfagno ecc..

Questo perchè l'argilla e l'acqua presenti nel sottovaso aumentano il livello di umidità all'interno del vaso e dunque le radici "abitano" un ambiente umido che, se sottoposto a regimi idrici errati, può dar luogo ad un eccesso di umidtà ovvero muffa-marciumi (eventuali).

Quando si utilizza il sottovaso e la relativa argillla/acqua, prima d'innaffiare bisogna osservare l'interno del vaso:

se si riscontra la presenza di umidità solo sul fondo del vaso procedere con le innaffiature di rito potrebbe risultare dannoso;

in situazioni del genere basta spruzzare acqua sulla parte superficiale del bark ( che essendo a contatto con l'aria asciuga rapidamente ed ha quindi bisogno di una maggiore idratazione,) per garantire l' umidità nella zona alta senza andare ad aumentare il livello di umidtà nella zona bassa.

Le vaporizzazioni, a differenza delle normali innaffiature, permettono anche di canalizzare l'acqua nella parte centrale del vaso senza creare zone di deposito sul fondo. Quindi se il vaso presenta umidità solo sul fondo e secchezza nella parte centrale e superficiale le innaffiature tramite vaporizzazione possono aiutarvi nel canalizzare l'acqua nei punti desiderati.

Le normali innaffiature sono indicate quando il vaso presenta un livello basso di umidità anche sul fondo.

E' buona norma praticare fori laterali al vaso per favorire ed aumentare l'areazione.

Il consiglio di Meri è un buon consiglio e va gestito osservando la pianta e applicando "tecniche" d'innaffiatura a misura di pianta.Ciò vuol dire che la pianta non va innaffiata seguendo uno scadenzario fisso, oppure non appena si nota qualche zona asciutta.L'osservazione è una buona pratica per cogliere il momento opportuno. ;-)

Il vaso con argilla/acqua non apporta modificazioni rilevanti sulla qualità e quantità dell'umidità ambientale,pertanto nel caso delle radici aeree è buona norma effettuare qualche vaporizzazione giornaliera se le temperature sono alte e l'umidità scarsa.
Le radici aeree qualora l'umidità è bassa o le vaporizzazioni sono inappropriate, manifestano sintomi di stress quali le classiche "rughe" da disidratazione.

Nonostante il sottovaso con argilla non influisca sull'ambiente di coltivazione ciò non vuol dire che l'utilizzo dell' argilla e dell' acqua non abbia alcun valore o non contribuisca all'innalzamento dell'umidità radicale. Come detto in precedenza determinano l'innalzamento dell'umidità all'interno del vaso che se ben gestita, favorisce l'aumento del turgore fogliare.."

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