mercoledì 17 giugno 2009

Ascocentrum ampullaceum, un piccolo gioiello color magenta.

La bellezza di questa orchidea risiede nella compattezza della pianta, nelle dimensioni ridotte e nelle infiorescenze generose e dai colori scintillanti. Le foglie crescono in maniera compatta e si contraddistinguono per le estremità frastagliate e per le molteplici pigmentazioni violacee che aumentano in base all’intensità luminosa; i fiori sono color magenta e appaioni su steli fiorali che si dipartono dalla base delle ascelle fogliari e portano all'incirca una quarantina di fiori. I fiori ricoprono buona parte dello stelo fin quasi alla base, l’infiorescenza si presenta quindi generosa e molto appetibile agli occhi degli appassionati orchidofili, soprattutto per quelli che dispongono di spazi ridotti.



L’ascocentrum ampullaceum gradisce una buona illuminazione e temperature intermedie. Vegeta nei boschi decidui tra i 300 ed i 900 metri in zone con discreti quantitativi di luce, buona umidità e temperature da serra intermedia. L’Ascocentrum ampullaceum è stato utilizzato in numerose ibridazioni grazie alle quali è stata creata una nuova orchidea denominata “Ascocenda kangla” frutto dell’ibridazione tra Vanda coerulea e Ascocentrum ampullaceum.

Luce
necessita di un buon quantitativo di luce, pertanto l’esposizione ad est o sud ovest è l’ideale facendo attenzione ad eventuali scottature fogliari.


Temperature
gradisce temperature intermedie: in estate le temperature ideali dovrebbero essere contenute tra i 22 ed i 24 °C ma comunque qualche grado in più è ben tollerato, l’importante è garantire un buon livello di idratazione radicale ed una buona umidificazione attraverso innaffiature generose e vaporizzazioni dell’apparato fogliare; in autunno/inverno occorre sottoporre l'orchidea a temperature più fresche tra i 20 ed i 18°C.

Umidità
se coltivata in vaso con bark, oltre alle nebulizzazioni è possibile utilizzare un sottovaso con argilla espansa ed un filo d’acqua per umidificare foglie e radici, mentre se la si coltiva appesa o su zattera vaporizzate giornalmente l’apparato radicale e le foglie soprattutto durante l’estate .


Innaffiature
nel corso della stagione estiva innaffiate con generosità con acqua demineralizzata facendo asciugare leggermente le radici tra un’innaffiatura e l’altra. In autunno/inverno la pianta osserva un leggero riposo e quindi le innaffiature dovranno essere diradate e la quantità d’acqua diminuita.
Consiglio: durante l’autunno/inverno o quando le temperature non sono alte anziché bagnare dall’alto aiutatevi con uno spruzzino vaporizzando acqua sulle radici nude oppure vaporizzazndo acqua sul bark che man mano defluirà all'interno del vaso (per quelle invasate in corteccia).


Fertilizzazioni
richiede buone fertilizzazioni soprattutto durante la primavera e l’estate, mentre durante l’inverno queste dovranno essere minime e quindi somministrate una massimo due volte al mese.
Consiglio: a partire dalla primavera le concimazioni oltre che essere effettuate tramite normale somministrazione, quindi attraverso le classiche innaffiature dall’alto o per immersione, possono essere effettuate diluendo una piccola dose di concime liquido nell’acqua utilizzata per le vaporizzazioni, in questa maniera sarà possibile vaporizzare le foglie e apportare nutrimento alla pianta mediante concimazione fogliare.


Vedi anche

Ascocentrum



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lunedì 1 giugno 2009

Substrati di coltivazione: il "terriccio" per le orchidee

In vendita esistono molti substrati di coltivazione tra i quali il più utilizzato è certamente il bark.
Il bark, ovvero la corteccia di pino/abete, può essere utilizzato singolarmente o miscelato con altri substrati di coltivazione tra i quali la torba, lo sfagno, l'argilla, la carbonella, il polistirolo ecc.
In commercio non è facile reperire il bark specifico per orchidee adeguatamente deresinato e di diverse pezzature, nei garden, infatti, è possibile trovare o il bark per pacciamatura o il classico sacchetto con substrato per orchidee contenente anche torba che ,come detto già svariate volte, è inadatto e deleterio per le radici.
Il bark può essere utilizzato come unico substrato oppure lo si può miscelare con ciuffi di sfagno, muschio di sottobosco sfilacciato e piccoli grumi di torba di sfagno.
L'argilla espansa è un materiale che viene spesso utilizzato sul fondo dei vasi per favorire e migliorare il drenaggio.
I lapilli vulcanici sono utilizzati al posto del bark nel caso di orchidee litofite con pezzatura piccola- media e grande.
Lo sfagno lo si utilizza sia per la coltivazione in vaso sia per quella su zattera. Le orchidee coltivate in vasi con solo sfagno possono soffrire di eccessi idrici che possono far marcire le radici poichè lo sfagno tende a trattenere un elevato quantitativo d'acqua. Sulle zattere lo sfagno è utilizzato per fornire uno strato di umidità alle radici.
La carbonella vegetale è ricca di vegetali e può essere utilizzata aggiungendola in piccole quantità.

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venerdì 29 maggio 2009

Dendrobium Berry Oda

Il Dendrobium Berry Oda è un ibrido di Dendrobium Kingianum e Dendrobium Mini Pearl, di facile coltivazione, molto robusto, resistente alle carenze d'acqua e generoso nelle fioriture.




Esposizione
Ama gli ambienti luminosi, anche la luce diretta quando i raggi del sole non sono intensi quindi in primavera-autunno ed inverno. In primavera-estate può essere collocato all'esterno dove ricevere luce nelle prime ore del mattino o tardo pomeriggio e luce schermata per le restanti ore della giornata.



Temperature
Essendo un ibrido di Dendrobium da serra fredda (Kingianum) e Dendrobium da serra calda (Mini Pearl) ne consegue che le temperature intermedie sono quelle più idonee, pertanto durante l'inverno la pianta avrà bisogno di essere spostata in un luogo fresco con temperature tra i 13 ed i 15 gradi a cui associare una buona illuminazione e scarse innaffiature. Durante l'autunno - inverno, quindi, collocate la pianta a temperature di 13-15°C ed iniziate a ridurre gradualmente le innaffiature fino a sospenderle durante l'inverno. Le basse temperature e la mancanza d'acqua stimoleranno il Dendrobium Berry Oda ad emettere steli fiorali anzichè Keiki. Se non si osserva questo periodo freddo e secco, ma si sottopone la pianta ad abbondanti innaffiature e a temperature superiori, la pianta potrebbe emettere keiki cioè delle nuove piante sugli pseudobulbi (canne).



Innaffiature
Come detto in precedenza in autunno-inverno le innaffiature andranno diradate e poi sospese nei mesi più freddi per poi riprenderle gradualmente quando i bottoni fiorali si saranno ben formati. Durante la primavera incrementate le innaffiature in concomitanza con la formazione di nuovi pseudobulbi alla base dei vecchi.


Concimazioni
Le concimazioni devono essere effettuate durante tutto il periodo vegetativo (primavera-estate) con un concime ad alto titolo di azoto, mentre a partire dalla tarda estate fino ad ottobre è bene effettuare concimazioni con un più alto titolo di fosforo e potassio. Non concimare in inverno.



Substrato
Deve essere abbastanza drenante, possibilmente bark di piccola pezzatura e materiale drenante tra cui polistirolo, agriperlite ecc.


Nuovi pseudobulbi


Moltiplicazione
L'orchidea può essere divisa quando gli pseudobulbi avranno occupato gran parte del vaso, in questa maniera sarà possibile dividere la pianta in porzioni costituite da tre-quattro pseudobulbi.


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mercoledì 27 maggio 2009

La luce e le Phalaenopsis..oltre il davanzale della finestra.


Le Phalaenopsis sono sempre più le regine delle orchidee ormai facili da trovare in commercio e a prezzi abbordabili. I loro fiori sono durevoli e variegati e la pianta si contraddistingue per una buona resistenza alle condizioni di coltivazione casalinghe non sempre ottimali.


Il posto ideale per una Phalaenopsis è il davanzale di una finestra possibilmente rivolto ad est o ovest in cui ricevere un buon quantitativo di luce durante tutto l'arco dell'anno, perchè come ben saprete, la luce è un elemento importantissimo che permette alla pianta di immagazzinare risorse energetiche utili all'emissione di un'abbondante fioritura.

Durante l'estate se si espone la pianta sul davanzale di una finestra rivolta a sud sarà bene schermare la luce solare con una leggera tenda perchè l'intensità dei raggi solari potrebbe essere eccessivamente intensa soprattutto durante i mesi più caldi, causando così vistose scottature fogliari. Fate molta attenzione all'intensità della luce perchè le ustioni fogliari si manifestano improvvisamente senza preavvisi.


L'esposizione ad ovest è l'ideale perchè vi permette di far godere allla pianta di un buon quantitativo di luce non diretta per buona parte della giornata e di qualche ora di luce diretta nelle ultime ore del giorno senza dover schermare.

Accanto alle Phalaenopsis potrete sistemare altre orchidee mantenendo una sorta di ordine di collocazione, così andrete a collocare proprio davanti ai vetri della finestra le orchidee che necessitano di luce molto intensa come a desempio le Cattleye o alcune specie di Dendrobium emolte altre ancora, mentre in "seconda fila" disporrete le Phalaenopsis.

Così facendo le Phalaenopsis godranno comunque di buona luce ma riceveranno un piccolo quantitativo d'ombra generato dal fogliame delle altre orchidee che potrebbe rivelarsi necessario nei periodi in cui il caldo sarà eccessivo e l'irradiazione solare molto intensa (luglio-agosto).


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lunedì 25 maggio 2009

Orchis italica

Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco orchis=testicolo, mentre il nome specifico deriva da italica=italiana proprio per la sua diffusione nel territorio italiano.
(Monti Ernici----Lazio----maggio 2009)



Nome italiano

Uomo nudo
Orchidea italiana.


Foglie
Le foglie sono raccolte in una rosetta basale di colore verde scuro con margine ondulato ed in alcuni casi le foglie si presentano anche maculate. le foglie cauline guainano il fusto.


Infiorescenza
E' corposa e densa costituita da fiori rosa o rossi , i sepali ed i tepali sono acuminati, costituiti da strisce color porpora e conniventi a formare il classico casco; il labello è trilobato e lo sperone rivolto verso il basso.



Periodo di fioritura
Da marzo a giugno.



Territorio di sviluppo
Nel centro Italia fino al sud con esclusione della Sardegna.



Habitat
Si trova nei querceti, scarpate, nei prati con terreno leggermente acido, in pieno sole o a mezz'ombra.


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Se il bark asciuga velocemente come bisogna regolare le innaffiature?


Quando rinvasiamo un'orchidea con bark solo bark appena acquistato dobbiamo tener presente che la sua capacità di trattenere acqua è molto esigua, pertanto le innaffiature potranno essere effettuate anche giornalmente proprio per sopperire a questo deficit.
Substrato composto da solo bark senza presenza di torba


C'è da fare una precisazione: l'ambiente di coltivazione influenza l'evaporazione dell'acqua e quindi le orchidee tenute all'esterno e quelle tenute all'interno delle abitazioni dovranno essere innaffiate in maniera differente poichè il bark asciugherà in tempi diversi.




Piante collocate all'esterno.
Come avrete notato, negli ultimi giorni le temperature sono salite notevolmente e l'afa si è fatta sentire mettendo alla prova anche le piante ed il loro apparato fogliare. Con temperature del genere un substrato composto da sola torba asciuga velocemente, figuriamoci un substrato di solo bark (quello da pacciamatura o specifico per orchidee) che, come detto in perecedenza, ha una ridotta capacità di ritenzione idrica quando lo si innaffia le prime volte.



Per ovviare a questa carenza può rivelarsi utile bagnare giornalmente l'orchidea tramite immersioni di qualche minuto ed applicare qualche ciuffetto di sfagno o semplice muschio sulle radici superficiali.
Per innaffiare tramite immersione il vaso deve essere forato lateralmente, in questa maniera l'acqua penetra agevolmente nel vaso senza far fuoriuscire i pezzetti di bark.


Piante collocate all'interno.
Anche le orchidee in casa risentono del caldo, ma c'è da dire che il livello di evaporazione dell'acqua è ridotto rispetto alle piante poste all'esterno per cui non vi consiglio di immergerle giornalmente in acqua come per quelle tenute all'esterno, ma di spruzzare quotidianamente acqua sul bark facendola penetrare nel vaso e di immergere quest'ultimo in acqua solo 1-2 volte a settimana, aumentando o riducendo questa pratica secondo necessità e quindi in base all'intensità delle temperature.



Fate comunque sempre attenzione agli eccessi d'acqua soprattutto per le orchidee tenute in casa perchè il bark può ingannare: a volte il bark può apparire asciutto, ma in realtà nel vaso è presente acqua e quindi umidità. Provate a mettere il vaso esposto alla luce diretta e la presenza di acqua sarà svelata grazie all'umidità che andrà a depositarsi sulle pareti del vaso. Se s'innaffiasse per immersione giornalmente si potrebbero causare gravi danni alle radici soprattutto quando le temperature non sono elevate.
Stato del bark prima di essere esposto alla luce diretta


Stato del bark dopo l'esposizione alla luce solare diretta



Ultima raccomandazione che vale per entrambi i casi, quindi sia per le orchidee tenute all'esterno che per quelle tenute all'interno: man mano che s'innaffia tramite immersione o con semplici innaffiature dall'alto, il bark acquisterà una maggiore capacità di ritenzione idrica e quindi risulterà umido più a lungo. Da ciò ne consegue che le immersioni o le innaffiature andranno calibrate ai tempi di asciugatura del substrato che con il tempo tenderanno ad aumentare mantenendo le radici umide più a lungo; non sottovalutate le temperature poichè qualche grado in meno rallenta i tempi di asciugatura.


Buona coltivazione.


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