sabato 23 agosto 2008

PAPHIOPEDILUM Orchidea

I Paphiopedilum
sono costituiti da circa una cinquantina di specie. Sono orchidee terrestri e raramente epifite, il loro sviluppo è di tipo simpodiale, sono sprovviste di pseudobulbi e la loro bellezza è dovuta sia alla particolarità delle foglie che dei fiori.


Le foglie: l'orchidea Paphiopedilum presenta foglie coriacee e persistenti che si sviluppano dal rizoma e possono essere screziate o di un verde lucente.

I fiori sono molto belli e decorativi, possono durare anche due mesi mentre gli ibridi possono fiorire anche due volte l'anno.



Il genere Paphiopedilum si suddivide in due guppi:

Primo gruppo costituito da Paphiopedilum con foglie di colore verde uniforme che producono un solo fiore. Questo gruppo richiede per la coltivazione ambienti freschi con temperature diurne invernali intorno ai 10 15 °C e notturne intorno ai 7 10 °C, mentre d'estate le temperature dovranno agirarsi tra i 15 18 °C diurni e 8 15 °C notturni.


Secondo gruppo costituito da Paphiopedilum con foglie screziate. Questo gruppo a sua volta si suddivide in due sottogruppi:

Paphiopedilum che producono un solo fiore: gradiscono temperature più fresche durante il periodo invernale con valori intorno ai 15-18°C, mentre in estate sono in grado di sopportare temperature intorno ai 25 °C.;

Paphiopedilum che producono più fiori: durante l'inverno hanno necessità di essere coltivati con temperature più elevate rispetto al gruppo precedente,e quindi le temperature invernali dovranno aggirarsi intorno ai 20-25°. Durante l'estate le temperature dovranno oscillare tra i 25-30°C.

Luce:
i Paphiopedilum non sono particolarmente esigenti in fatto di luce, amano la luce debole e filtrata, per cui se il composto di coltivazione è in ottime condizioni ed anche l'apparato radicale risulta tale, occorrerà fornire luce filtrata al 30%, contrariamente se le radici non sono in ottimo stato occorrerà moderare di più l'esposizione alla luce per evitare l'avvizzimento delle foglie.

Temperature:
a seconda della specie che coltiviamo i Paphiopedilum richiedono diverse temperature detto questo, però, è utilile sapere che molti collezionisti coltivano con ottimi risultati vari Paphiopedilum alle stelle temperature senza mettere in atto differenze di coltivazione.

Umidità ambientale:
è molto importante e deve essere associata anche ad un buon movimento d'aria essenziale per garantire la buona salute all'orchidea.

Annaffiature:
l’elemento fondamentale da rispettare è quello di non far asciugare il composto in cui coltiviamo i Paphiopedilum. L’umidità ed il mantenimento della stessa nel substrato dipende dal tipo di composto utilizzato per la coltivazione, dalla dimensione dei vasi, dal luogo in cui si trova la pianta, e dallo stato dell’apparato radicale. Esagerare con le innaffiature equivarrebbe a far marcire le radici: nonostante i Paphiopedilum amino stazionare in substrati umidi ciò non sta a significare che vogliano essere innaffiati con frequenza, tutt'altro. La cosa importante e fondamentale è mantenere il substrato umido e non ZUPPO d'acqua.


Ricordatevi sempre di annaffiare nelle prime ore del mattino in maniera tale che le foglie possano asciugarsi prima della notte, pena l’insorgere di marcescenze.

Composto per il rinvaso:
i Paphiopedilum, essendo orchidee per la maggior parte semi terricole hanno qualche esigenza in più rispetto alle orchidee epifite, devono cioè trarre nutrimento dal substrato di coltivazione.

E’ importante scegliere un substrato soffice, che contenga minerali utili per il loro nutrimento e abbastanza drenante, tenete presente che una buona ossigenazione dell’apparato radicale è molto importante. Si parla di ossigenazione perché il substrato non deve essere né stagnante , né soffocante, quindi un giusto substrato è essenziale. I Paphiopedilum, inoltre, non avendo pseudobulbi (riserve naturali di acqua), necessitano di una costante umidità durante tutto l’arco dell’anno.

Al fine di creare tale composto possiamo utilizzare:
35 % corteccia di pino (meglio di abete se ne avete la possibilità) di media e piccola pezzatura. (ricordatevi sempre di metere a bagno la corteccia peralmeno tre giorni in maniera tale che possa idratarsi e pulirsi)
35 % torba di sfagno molto filamentosa
20 % agriperlite, pomice, eolite; (potete anche utilizzare uno solo di questi componenti)
10% materiale calcareo grossolano, rocce o sassi che dovrete preventivamente triturare.

Rinvaso:
generalmente i Paphiopedilum vanno rinvasati ogni due anni in primavera (marzo – giugno) oppure nel periodo autunnale (settembre – ottobre)

In estate le piante non devono essere rinvasate in quanto il caldo notevole tende a stressare più del dovuto la pianta, è quindi buona norma non associare allo stress termico lo stress dovuto al rinvaso.

Oltre a questa regola generale si può inoltre affermare che è buona norma rinvasare i Paphiopedilum quando:

1) le radici sono troppo oppresse all’interno del vaso per cui le annaffiature risultano inefficaci;

2) il substrato di coltivazione è deteriorato;

3) quando ci sono problemi all’apparato radicale.

Fertilizzazioni:
i Paphiopedilum essendo orchidee terricole non necessitano di grande nutrimento poichè raccolgono gran parte del loro nutrimento dal substrato di coltivazione.
In primavera, per sollecitare lo sviluppo di nuovi germogli con una formulazione 30 10 10;
autunno, 20. 20. 20. oppure 18. 18. 18.
E’ importante utilizzare quantità basse di fertilizzante circa 1grammo per litro d’acqua.
Per ulteriori informazioni consulta il FORUM

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4 commenti:

  1. Buonasera,ho acquistato due Pahiopedilum contenutii in un unico vaso.Non so se effettuare un rinvaso dato che le orchidee sono un pò instabili nel vaso.Oltre a questo mi sembra che il substrato sia un pò troppo fine. Cosa mi consigliate?

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  2. Ciao, considerando l'approssimarsi della primavera (che coincide con il risveglio vegetativo delle piante) e l'instabilità delle orchidee all'interno del vaso associata ad una pessima qualità del substrato di coltivazione il consiglio che posso darti è quello di rinvasare.

    Con l'approssimarsi della primavera i paphiopedilum potranno essere rinvasati con meno traumi in più l'instabilità e la precarietà del substrato di coltivazione richiedono un rinvaso
    per posizionare al meglio le orchidee all'interno del vaso e per garantire un miglior substrato di coltivazione.

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  3. io ho una paphiopedilum come mi devo comportare alla fine della fioritura?

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  4. Nulla di particolare, lo stelo inierà a seccare e ti basterà reciderlo.
    Dai nuovi ciuffi di vegetazione che andranno a formarsi alla base dei vecchi si svilupperanno i nuovi steli.

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